INFLUENCER: LAVORO DA SOGNO?

Favij, Luis Sal, Chiara Ferragni, Clio Makeup, Humansafari…sono solo alcuni nomi dei numerosi “influencer” che ormai popolano il web e i social network. 

Ma cosa significa esattamente essere un influencer?

La parola è già di per sé significativa e potrebbe essere tradotta con il termine “influenzatore”. È infatti qualcuno le cui parole hanno un certo peso, una certa influenza, sulle persone (e sul mercato). Parole, ma anche post, storie, dirette: come ben sappiamo, oggi i social media assorbono la maggior parte della nostra quotidianità. Ed è proprio grazie a piattaforme come Instagram (instagramer), YouTube (youtubers e vloggers), Twitter e Facebook, ma anche attraverso blog personali, che gli influencer riescono a farsi conoscere e a raggiungere un pubblico anche molto vasto.

Possiamo quindi definire influencer un soggetto che:

  1. produce contenuti riguardanti un argomento specifico,
  2. è dotato di grande seguito,
  3. è capace di influenzare le opinioni degli altri e creare intorno a sé una comunità di persone attive che lo segua quotidianamente.

Ogni ambito ha il suo influencer

In realtà, sotto la parola influencer si trovano diverse sottocategorie, che vanno dal fashion al tech, dal travel al beauty, fino ad arrivare al fitness e al food. 

I food influencer, in particolare, oggi stanno avendo sempre più seguito, anche grazie al proliferarsi della food photography nel mondo social. Tuttavia, i primi blog di cucina risalgono al 2007-2009 e ciò pone l’accento su come i primi influenzatori siano stati proprio gli amanti della cucina e del cibo. Tra i più seguiti di questa categoria abbiamo: Chiara Maci (Chiara in Pentola), Sonia Peronaci (fondatrice di GialloZafferano) e Enrica Panariello (Chiarapassion), che ogni giorno arricchiscono le loro pagine e i loro blog con ricette gustose e fotografie di piatti invitanti.

Anche i travel influencer guadagnano ogni giorno migliaia di followers, grazie a fotografie e video di paesaggi mozzafiato, squarci di città e hotel da sogno, spesso realizzati tramite action cam, droni e macchine fotografiche avanzatissime. Che invidia, eh? In Italia, il più amato è Nicolò Balini, aka Humansafari, che a 28 anni è uno dei principali punti di riferimento degli amanti dei viaggi.

Una posizione di prestigio hanno poi i fashion influencer, che postano contenuti riguardanti moda, capi d’abbigliamento, accessori, sfilate ed eventi di settore. Non si può non conoscere Chiara Ferragni: prima influencer italiana, si è successivamente affermata come la migliore nel mondo e oggi ha più di 17 milioni di followers.

Abbiamo poi i tech influencer, appassionati di tecnologia, che si occupano di recensire e comparare prodotti per aiutare i consumatori nelle loro scelte. Spesso sperimentano le nuove tecnologie e ricevono in anteprima prodotti di ultima generazione, postando sui loro canali video di unboxing. Chi non si è affidato almeno una volta ai consigli di Salvatore Aranzulla o ai video di Andrea Galeazzi dedicati al mondo degli smartphone?

Notiamo poi come ogni giorno nuove figure decidano di condividere in rete la propria passione per il make up o per il mondo beauty in generale: sono i beauty influencer, il cui obiettivo è insegnare a valorizzare il proprio aspetto esteriore. Cristina Fogazzi, conosciuta come Estetistacinica, si è fatta apprezzare grazie a una buona dose di umorismo, unito a professionalità e sincerità. Altro nome importante è Patrick Simondac, alias Patrickstarrr, noto per essere stato il “primo uomo del make-up”.

Infine, per gli amanti del workout ci sono i fitness influencer, che elargiscono consigli per quanto riguarda sport, esercizi e corretta alimentazione. Seguitissima è Kyla_Itsines, soprattutto grazie al suo programma di allenamento intensivo Bikini Body Guide (BBG), che comprende una serie di esercizi e un piano alimentare sano. 

In conclusione

Sempre più brand si rivolgono agli influencer, inviando loro prodotti, che essi, dietro lauto compenso e se in linea con il loro stile, pubblicizzeranno poi nei loro post. Si va dalle cose più piccole (profumi, make up, prodotti alimentari), fino a oggetti più costosi (macchine fotografiche, droni, smartphone). 

Il termine tecnico di questa attività è product placement che, dopo il mondo del cinema, è approdato nell’uso quotidiano al di fuori del grande schermo. Oggi, nei post e/o nei video necessita di essere specificato con alcuni termini che ne sintetizzano lo status di “paid advertising”: “Paid partnership with…”, “Sponsorizzato da…” o l’hashtag #ad seguito dal nome del brand sponsorizzato. 

Il loro è un lavoro e una posizione che si sono costruiti nel tempo con grande tenacia e passione. Oggi, scorrendo le loro pagine e leggendo i loro introiti, siamo tutti affascinati dalla loro vita e spesso dimentichiamo che dietro tutto ciò ci sono ore di lavoro, scelte, sacrifici. Fare l’influencer significa inoltre mantenere un certo status, l’approvazione e la stima di chi ci segue, senza però perdere credibilità e mantenendo saldi i propri principi e le proprie convinzioni. Quindi, è davvero così facile il lavoro dell’influencer?

 

Articolo scritto da Giulia Bozzetti

Gli YouTuber, le webstar che hanno fatto della passione una professione

 “E tu, cosa vuoi fare da grande?”

Il quesito da mille milioni di dollari, capace di innescare una profonda autoriflessione a cui nemmeno Freud sarebbe riuscito a portarvi.

Fino a non troppo tempo fa, quali sono state le professioni più ambite, quelle su cui fantasticare la notte prima di dormire? Probabilmente il dottore per il bambino ambizioso, l’artista per quello creativo, l’astronauta per quello romantico. Oggi, però, se provassimo a rivolgere questo interrogativo ai giovanissimi, molti risponderebbero candidamente “lo voglio diventare uno YouTuber”. Prima di cercare su Wikipedia il significato dell’astruso inglesismo, vediamo di fare chiarezza su questo fenomeno che ormai ha raggiunto una portata globale.

Professione YouTuber, le caratteristiche:

Partiamo dall’inizio. YouTube è una piattaforma web che consente di caricare, condividere e visualizzare video online. Lo YouTuber è chiunque produca dei video e li carica nella piattaforma.

Per diventare tale i prerequisiti di base non sono complessi da raggiungere: basta infatti essere in possesso di una telecamera, una connessione ad internet ed avere qualcosa di interessante di cui parlare o da insegnare. Coloro che da questa piattaforma hanno acquisito un discreto successo di pubblico e sono riusciti a fidelizzare la propria audience sono diventati cosiddetti influencer. Si tratta di un fenomeno impressionate se si considera la vastità del bacino d’utenza che questi ragazzi possono raggiungere. Solamente in Italia ad oggi si contano ventuno milioni di utenti, di cui il 39% ha un’età compresa tra i 18 e 34 anni.

Oggi quella dello YouTuber è non solo una passione ma una possibile professione, in un social network mondiale dove ogni minuto si caricano oltre 400 ore di video.

Dai video amatoriali… 

Veniamo ora ad analizzare più approfonditamente la questione.

Probabilmente il segreto del successo di uno YouTuber, innanzitutto, è la sua costante narrativizzazione della propria vita in maniera innovativa. Video dopo video, infatti, egli costruisce la storytelling dell’identità del personaggio che decide di interpretare. Nonostante su YouTube sia impossibile avere un rapporto diretto come quello in presenza, l’immediatezza che si riesce a trasmettere cattura l’attenzione della cosiddetta Generazione Z, che consuma questi prodotti audiovisivi in una cameretta identica a quella in cui gli YouTubers si truccano, giocano ai videogiochi, parlano della loro giornata. Come risultato, la freschezza delle modalità espressive riesce a coinvolgere il pubblico come pochi altri mezzi di comunicazione sono riusciti a fare.

… alla monetizzazione

È proprio l’interazione che si genera tra creator e iscritti a decretare l’ammontare del guadagno di ciascun canale. Maggiore è il numero di “mi piace” e commenti dell’utenza, maggiore sarà il numero di visualizzazioni totalizzate per ciascun video. A quel punto lo YouTuber può monetizzare le proprie produzioni originali tramite inserzioni pubblicitarie, dunque è pronto a riceverne i profitti. YouTube monetizza i contenuti dei suoi YouTuber tramite il CPM, ossia il costo per mille visualizzazioni o impression di un video. La cifra raggiunta corrisponde alla somma di denaro che gli sponsor danno a YouTube per visualizzare le loro pubblicità ogni 1000 video.

Per rendere questi complessi meccanismi il proprio pane quotidiano bisogna raggiungere livelli altissimi di popolarità, cosa che accade più difficilmente di quanto si pensi. Si tratta di una vera e propria giungla, soprattutto perché numerose ricerche dimostrano come il panorama sia estremamente polarizzato verso alcune grandi personalità. Comunque, il fatto che il numero di YouTubers professionisti è in costante crescita, fa ben sperare ai giovanissimi con cui si è aperto questo articolo.

Il caso PewDiePie, la webstar con numeri da capogiro

Ognuno di noi sarebbe disposto a mettere la mano sul fuoco sul fatto che purtroppo nella realtà le bacchette magiche non esistono, ma ogni certezza si sgretola di fronte al canale di questo ragazzo svedese, PewDiePie per gli amici virtuali. Alcune stime riportano che gli introiti annuali grazie al suo lavoro online ammontino a 11 milioni di dollari: non avete avuto un mancamento leggendo questa cifra?

Per la cerchia di amici più ristretti il suo vero nome è Felix Kjellberg, e con quasi 100 milioni di iscritti e più di 21 miliardi di visualizzazioni complessive dei suoi video è il più famoso YouTuber al mondo. L’audience da record gli ha permesso di firmare un contratto con la casa produttrice Maker Studios, di proprietà della Disney, ma il sogno si è infranto quando tra gli show prodotti dal ventisettenne sono apparsi almeno nove video antisemiti. Nonostante questi gravi avvenimenti, la sua fama da divo della piattaforma non accenna ad esaurirsi. A questo punto, una domanda sorge spontanea: quale tutorial avrà seguito step by step per diventare uno YouTuber così di successo?

Il caso YouTube Italia: lo “sconfinamento” nei media tradizionali e nuovi produttori del sistema

Spostandoci infine nel nostro paese, è interessante prendere in considerazione le riflessioni di Andrea Amato e Matteo Maffucci, autori del recente libro “Rivoluzione YouTuber”. Il volume si concentra sull’analisi di un fenomeno molto particolare, cioè il fatto che diversi YouTubers che un tempo furono i pionieri italiani della piattaforma, oggi siano approdati all’utilizzo di media per così dire tradizionali. Ad esempio Willwoosh, al secolo Guglielmo Scilla, che ha lavorato in televisione, radio e scritto libri; Frank Matano, che è stato conduttore de “Le Iene” e giudice in “Italia’s got Talent”; FaviJ TV, gamer che è stato anche protagonista di una pellicola cinematografica.

A quanto pare, a dispetto della popolarità online, i veri big di YouTube Italia si sentono probabilmente in dovere di “legittimare” in qualche modo il loro successo ottenuto con mezzi “anticonvenzionali” tramite i media più classici, dal libro alla scatola televisiva. Tutto ciò può realizzarsi grazie a nuove personalità, a cui Amato e Maffucci hanno dedicato parte delle pagine, ovvero veri cacciatori di talenti che diventano produttori del sistema: Francesco Facchinetti, Eugenio Scotto e  Luciano Massa, ad esempio, pur venendo da esperienze diverse hanno saputo selezionare giovani promesse all’interno del panorama online e a fare di esse i nuovi volti del futuro. Il loro compito è quello di guidare i migliori verso una maturità professionale e una carriera promettente, fino a ridisegnare il rapporto tra media, creators e casa di produzione, dunque i meccanismi di funzionamento interni dell’Industria YouTube.

Conclusioni

Nonostante trasformare la passione in una professione remunerativa sia un percorso in salita, la portata del fenomeno YouTubers in termini di valore economico è sicuramente indicativa di quanto ormai tutto ciò rappresenti il mondo del futuro. La nuova generazione continua a cercare la notorietà tramite l’intrattenimento prendendo a modello quelle webstar di caratura internazionale, e non, che oggi ci sembrano i detentori del futuro della comunicazione e, a quanto pare, anche dello spettacolo.

Dopotutto, come dice la profezia del visionario artista Andy Warhol «in futuro tutti saranno famosi per 15 minuti», solo che ci si augura che questi ragazzi si sentano delle celebrità per molto più tempo – quantomeno più della durata media di un video di YouTube.

 

Articolo scritto da Valeria Di Lorenzo.