Visual marketing: quando è il colore a fare la differenza

Vi siete mai chiesti quanto le nostre scelte di acquisto siano influenzate da un semplice colore?

Facciamo un esempio. Stiamo passeggiando per le vie del centro, con la coda dell’occhio scorgiamo il rosso fuoco della vetrina di un negozio, ne siamo attratti e ci avviciniamo. In fondo abbiamo tempo per dare un’occhiata anche dentro, perché no? Entriamo e ci troviamo circondati dal blu delle pareti: finalmente un po’ di calma, avevamo proprio bisogno di staccare un attimo dall’agitazione caotica del centro. Sentendoci più rilassati, approfittiamo per guardare i prodotti più a lungo. Ne troviamo uno davvero interessante – magari proprio del nostro colore preferito – lo acquistiamo e il gioco è fatto!

L’importanza del colore

I colori giocano un ruolo cruciale a livello di marketing. É stato dimostrato che il consumatore formula il giudizio su un prodotto entro 90 secondi e che il criterio maggiormente utilizzato per quel giudizio è il colore. Sapete inoltre che il solo colore aumenta dell’80% la riconoscibilità di un brand?

Non bisogna dunque sottovalutare la ricerca del colore perfetto per un’azienda: sarà lo specchio della sua identità e dei suoi valori, sarà il filo conduttore che si snoderà tra packaging, prodotti, logo, punti vendita, pubblicità… e qualsiasi altra macro o micro area del brand. 

Attenzione anche alle associazioni cromatiche, che devono risultare armoniche per non disorientare il consumatore. La giusta calibrazione è essenziale poiché il nostro cervello tende a rifiutare sollecitazioni visive caotiche e disordinate. L’attenta coordinazione tra colori, invece, permette di raggiungere un’armonia visiva che riusciamo a cogliere molto più facilmente.

Alcuni parametri da considerare

Un colore, però, non ha valore universale. Bisogna innanzitutto inquadrare bene il proprio target, valutando parametri come il genere e l’età dei propri clienti.

Uomini e donne, infatti, hanno preferenze cromatiche differenti. Secondo lo studio di Joe Hallock, entrambi apprezzano in particolare il blu, ma, ad esempio, il viola risulta essere tra i favoriti delle donne e tra i meno amati dagli uomini. Inoltre, gli uomini preferiscono tonalità più scure e forti, le donne più chiare e tenui.

Il significato di un colore, inoltre, può variare notevolmente da cultura a cultura. In Sudafrica, ad esempio, il colore del lutto è il rosso!

Qualche esempio

Il rosso – quello che ci aveva attirati verso quella vetrina durante la nostra passeggiata in centro – è il colore che richiama attenzione più di tutti, induce all’azione, richiama al pericolo. Nella cultura occidentale è il colore della passione, della forza, dell’energia. Viene utilizzato spesso per le call to action sui siti web (in forte contrasto con il colore di sfondo); per il settore della ristorazione, per i brand che puntano all’azione.

Il blu invece ispira calma, fiducia, riflessività. È il colore più utilizzato per i social network, ma anche per il settore aereo, sanitario, tecnologico e per istituti assicurativi e bancari. 

Anche il verde trasmette tranquillità. È legato in particolare all’ambito -appunto – “green”, biologico e naturale.

L’energia e l’ottimismo del giallo invadono invece il settore energetico e tecnologico.

Il viola è legato a lussuria ed eleganza. 

Il rosa è per eccellenza -e convenzione- il colore legato al mondo femminile…

Conclusioni

Ogni colore porta con sé un mondo di associazioni e sensazioni uniche, che richiamano in noi ricordi ed esperienze differenti, ognuna tipicamente contrassegnata dalla particolare atmosfera che impregna quel colore. Con la sua gamma di sfumature infinite, il colore tocca ogni tassello dell’esperienza umana, dalla più tranquilla alla più energica, dalla più intensa alla più delicata, ricostruendo un arcobaleno che illumina il nostro mondo, fatto di ricordi ed emozioni, di sensazioni e di inevitabili scelte.

Articolo scritto da Annalisa Berti

HopSkipDrive: Uber for kids makes parents happy.

HopSkipDrive

HopSkipDrive (www.hopskipdrive.com) is a ride service for children and family members. It is designed to help working parents with multiple kids facing every day different schedules. Family calendar can be overwhelming: this service tries to make parents’ life a little bit easier.  It provides an alternative to school bus transportation and it is also an easy way to send your children to after school activities and play dates. It is very similar to Uber but tailored for your kids’ needs.

HopSkipDrive was founded in California in 2016 by three moms, Joanna McFarland, Janelle McGlothin, and Carolyn Jashari Becher. Any parent asks himself: how can I be in more than one place at the same time? HopSkipDrive is the answer. Its goal is to help parents to get their kids where they need to be at the right time.

Car drivers have at least 5 years of caregiving experience and they have gone through a rigorous 15-points certification process including fingerprints collection and background checks. The company only employs female drivers: they are moms, teachers, or nannies. HopSkipDrive is dedicated to users between 7 and 17 years of age.

Parents can schedule rides right from the app 8 to 24 hours in advance. HopSkipDrive team monitors every ride in real time and parents too can track the ride directly from their smartphones. Eventually, parents receive notifications throughout the ride up to the destination point. It is very safe and it’s a moms’ idea!

We decided to right an article on this innovative idea because we believe it is key nowadays to read any consumer’s need and provide him with solutions. In EDEMPG we do face exactly the same needs when working for our clients. We love to believe that, somehow, they are our… kids.

 

Social Media Listening per le aziende: cos’è e perché farlo

Marketing e strategie di comunicazione su misura per affermare il tuo brand.

Cosa sappiamo di Social Media Listening per le aziende? “I mercati sono conversazioni“, spiega in modo sintetico ed efficace il Cluetrain manifesto, una delle pietre miliari della comunicazione online. E se i mercati sono conversazioni, spetta alle aziende saper ascoltare. Perché allora le aziende si trovano in così grande difficoltà nel cercare di capire i bisogni dei propri utenti e perché invece è importante saperlo fare? Ve lo spieghiamo in questo post.Continue reading

Il nuovo algoritmo di Instagram: come sopravvivere

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Da qualche giorno è stato annunciata la rivoluzione in casa Instagram: un nuovo algoritmo.

Il social delle istantanee infatti ha dichiarato di voler passare da una visualizzazione delle immagini cronologica a una basata sulla popolarità. Cosa significa per le aziende? Instagram, che ha già iniziato a inserire data e ora di pubblicazione nel suo feed, diventerà sempre più simile a Facebook, nel senso che un brand che vuole avere successo dovrà fare sempre più attenzione a engagement e sponsorizzazioni.Continue reading

Google Trend per la tua azienda: il potenziale nascosto

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Google Trend è uno strumento non molto conosciuto e senza dubbio sottovalutato ma vi garantisce l’accesso gratuitamente a una miniera di dati che può essere utile alla vostra azienda in svariati modi. Vediamo ora alcuni esempi trovati su Forbes per sfruttare al meglio questo strumento per la propria azienda.

Tre esempi per sfruttare Google Trend con la tua azienda

Strategia: Kleenex ha sfruttato i dati strategici di Google Trend e li ha incrociati con i dati del servizio sanitario nazionale inglese sulle visite dai medici di base per creare una campagna AdWords aggiornata in tempo reale regione per regione e modulata sui veri bisogni dei clienti. La campagna, che è stata anche premiata per la sua capacità di innovare gli strumenti del settore, ha fatto aumentare le vendite del 40%, una cifra impressionante. Questo tipo di strategia può essere sfruttata per migliorare la propria campagna pubblicitaria in modo esponenziale.

Intrattenimento: Miinto, un brand giovane che si occupa di moda, ha realizzato un quiz basato sui risultati di Google Trend che consiste nell’indovinare quando un determinato capo di abbigliamento era in voga oppure verificare se abbiamo indossato il capo giusto nella stagione giusta. Si tratta di un’interessante strategia per migliorare la brand awareness, utile anche a comparare la ricorrenza delle mode e a prevederle. Alla fine potrebbe anche trattarsi di un metodo per prevedere i grandi ritorni di fiamma in passerella e modulare la propria offerta di conseguenza.

Contenuto: Inutile dire che Google Trend ci permette, grazie alla sua homepage aggiornata in base alle ricerche attuali, di capire quali argomenti sono hot. Per questo si tratta di una risorsa indispensabile per chi deve creare contenuti, dato che ci dà un’idea precisa dello “spirito del momento”. Si può anche fare una selezione per categoria o per luogo e usare dei filtri per decidere quali sono per noi gli argomenti più interessanti.

Google Trend è in grado di dare grande soddisfazione a chi ha intenzione di usarlo con un minimo di creatività e giudizio per la propria azienda. Basta farsi venire l’idea giusta e sfruttare la miniera di informazioni sulle ricerche online per creare una strategia innovativa e di successo a partire da uno strumento gratuito e non inflazionato.

Instant articles per tutti: Facebook spiazza blogger ed editori

Facebook Instant Articles. Marketing e strategie di comunicazione su misura per affermare il tuo brand.

La notizia è freschissima e spiazzante: Facebook apre gli instant articles a tutti gli editori di qualsiasi dimensione. Ne avevamo scritto qualche tempo fa per raccontare questa nuova funzionalità creata allo scopo di produrre contenuti più facilmente scaricabili dai dispositivi mobili e li abbiamo visti all’opera su alcuni giornali italiani come La Stampa, ma nessuno si aspettava che così presto sarebbero stati rilasciati liberamente per tutti.

Il futuro degli Instant Articles di Facebook

Durante una conferenza stampa che si terrà il 12 aprile Facebook ha preannunciato che verranno aperte le porte a tutti gli editori agli instant articles. Cosa significa per il web? Senza dubbio, se questo strumento prenderà piede, darà una forte spinta alla tendenza centripeta del social network blu, che ha spesso e volentieri dimostrato di voler cannibalizzare il mondo dei contenuti per il web e che per alcuni giornali è già una delle maggiori fonti di visite.

Gli editori, sempre più dipendenti da Facebook e da Google per la generazione di visite e totalmente incapaci di competere a livello tecnologico nel mercato del futuro, sembrano volersi far cannibalizzare, anche se hanno provato a fare resistenza in principio con i mezzi tradizionali e analogici della legge e della forza (un paio d’anni fa ad esempio hanno iniziato un’incomprensibile guerra ideologica contro Google News che si è conclusa con un nulla di fatto sostanziale). Se i precedenti tentativi di approcciare il mondo dell’informazione di Facebook non sono andati a buon fine (ci aveva provato nel 2012 con il social reader: un flop clamoroso del Corriere), può darsi che gli Instant Articles abbiano un futuro perché oltre a essere parte di un piano di cannibalizzazione dell’informazione hanno effettivamente un’utilità pratica. Se in questi mesi avete avuto modo di sperimentarli da lettori sarete d’accordo: i contenuti sono veloci su smartphone ed è un piacere leggere su un’interfaccia responsive e pulita.

Come utilizzare gli slideshow di Facebook per la tua azienda

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Vuoi creare un video per la tua pagina Facebook e proprio non sai come si fa? Vuoi un metodo interattivo e leggero per comunicare con il tuo pubblico anche sui dispositivi mobili che non hanno una connessione veloce?

Facebook ha pensato anche a questo e mette a disposizione delle aziende un nuovo tool che permette di creare slideshow di immagini con pochi click per chi ha a cuore le esigenze di un pubblico privo di banda larga ma comunque molto suscettibile all’advertising multimediale. Questo strumento promette, secondo Facebook, di abbassare il peso di un contenuto multimediale fino a cinque volte rispetto a un normale video, ma c’è da tenere conto che gli slideshow sono privi di suono e composti da semplici immagini statiche e transizioni.

Se è vero che Facebook ha creato un breve videotutorial per venire incontro alle esigenze del suo pubblico e rendere la feature accessibile anche a chi non ha particolari conoscenze o non ha i mezzi per sostenere i costi di una produzione video, è altrettanto vero che l’aspetto visivo di una campagna adv è estremamente importante e non va lasciato al caso.

Per questo, anche se la nuova feature permette di abbattere i costi di produzione, non lasciatevi tentare dal fai da te e affidatevi a degli esperti di comunicazione per la direzione della vostra campagna.

I primi test di questa nuova funzionalità sono stati fatti da Coca Cola che ha ottenuto un reach di 2 milioni di persone (il doppio di quello previsto) in Kenya e Nigeria e ha aumentato l’awareness nei suoi confronti di 10 punti.

Non basta l’influencer: punta sui i brand advocate per la tua campagna di marketing

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Trova un influencer, fagli produrre contenuti per il tuo brand ed è fatta, no? Non è proprio così. Se in passato il grosso del lavoro in ambito social marketing si svolgeva coinvolgendo gli influencer nella produzione e divulgazione di contenuti utili a far risaltare l’immagine del proprio brand, oggi le cose si stanno smuovendo e si preferisce puntare alla costruzione di un pubblico di brand advocate.Continue reading

Inbound marketing: cos’è e perché funziona

Inbound Marketing. Marketing e strategie di comunicazione su misura per affermare il tuo brand.

L’inbound marketing è una forma di marketing che ribalta l’approccio secondo cui è l’azienda a dover trovare i clienti, facendo in modo che siano i clienti a trovare l’azienda. Nasce come risposta alla banner blindness – l’incapacità, tipica dei millennials, di farsi coinvolgere o addirittura di accorgersi delle tradizionali pubblicità – e al generale scetticismo del pubblico moderno rispetto ai messaggi promozionali. L’idea di fondo è quella di trovare il pubblico nei luoghi della rete in cui si ritrova e attirarlo grazie a contenuti accattivanti, accompagnandolo alla conversione.

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