Nametag e Shopping: nuovi aggiornamenti Instagram

Nuovi orizzonti per Instagram

Instagram attira l’attenzione di un numero sempre crescente di utenti. Basti pensare che il numero di iscritti è passato in pochissimo tempo da 600 a 800 milioni. Instagram è un social in continua evoluzione… vi ricordate il nuovo algoritmo di cui vi avevamo parlato in precedenza? E’ giunto il momento di aggiornarsi!

Sempre più aziende puntano la loro attenzione su questo social che, grazie all’inserimento delle due nuove opzioni Instagram Shopping e Instagram Nametag, riescono ad avere maggiore visibilità. Come? Vediamolo insieme.

E’ possibile fare acquisti con Instagram?

Secondo la ricerca “Fashion Path to Purchase” condotta da Facebook, piattaforma proprietaria di Instagram, il 39% delle persone negli ultimi tre mesi ha acquistato tramite smartphone o tablet. Instagram sembra quindi essersi lanciata in una nuova sfida, dando la possibilità a numerose aziende di inserire (nei post e nelle Instagram stories) i tag che rimandano direttamente al proprio sito e-commerce. Circa l’80% di utenti di Instagram segue almeno un’azienda e oltre 200 milioni di persone visitano almeno un profilo business ogni giorno. Questo spiega la crescita di interesse commerciale da parte delle aziende nei confronti di Instagram, un social dalle grandi potenzialità.

Shopping: come attivarlo sul proprio profilo

Basterà seguire pochi passaggi e potrete attivare anche sul vostro profilo la funzione Shopping. Prima di iniziare,  è necessario avere un Business Account: il vostro profilo deve essere approvato da Instagram per avere la funzione Shopping tra le Impostazioni di business Manager. Una volta approvato, nelle foto selezionate potrete inserire i tag sui prodotti, in modo da metterne in  evidenza le caratteristiche (nome del prodotto, prezzo ecc.). E’ possibile inserire il tag anche nelle Instagram stories, aggiungendo l’adesivo sulla foto o sul video che volete caricare. Una importante novità è che, da questo mese, trovare la pagina Instagram dell’azienda che produce i nostri prodotti preferiti sarà ancora più semplice grazie al nametag!

Cos’è il nametag?

Potremmo definire il nametag come il nostro biglietto da visita digitale. Instagram, infatti, da oggi permette di creare un’immagine “speciale”: istantaneo come un QR code, il nametag è il modo più semplice per condividere il nostro nickname. Infatti, una volta creato, basterà che un altro utente lo scansioni con la fotocamera delle Instagram stories per ricollegarsi direttamente al nostro profilo Instagram. Inoltre, l’editor nametag ci permette di personalizzarlo a nostro piacimento: una simpatica e geniale idea che ci permette di promuovere visivamente il nostro profilo. Il nametag ha un altro vantaggio: può essere condiviso anche tramite messaggi di testo o su altre piattaforme (come Facebook e WhatsApp), grazie alla freccia in alto a destra. Si tratta di un modo semplice ed efficace per essere sempre in contatto con la propria community.

Opportunità di crescita

Sicuramente l’associazione di Instagram Shopping e Instagram Nametag, oltre ai numerosi e continui aggiornamenti di questo social, rappresenta un vantaggio per le aziende. A una maggiore visibilità sulle piattaforme social, infatti, corrisponde una migliore promozione della propria azienda e numerose possibilità di crescita commerciale. Probabilmente le novità legate ad Instagram non finiranno qui e non ci resta che attendere per scoprire i prossimi aggiornamenti e sfruttarli a nostro favore. Nell’attesa, concludiamo momentaneamente il discorso dicendo che si spiega meglio perché da qualche anno a questa parte si parli sempre più di… INSTAGRAM MARKETING!

 

 

 

 

Analisi SEO: l’importanza del posizionamento sul web

Analisi SEO Search Engine Optimization

Cos’è la SEO

Prima o poi chiunque si occupi della produzione e pubblicazione di contenuti web sentirà parlare di analisi SEO. Se non ti è ancora capitato,  questo articolo è l’occasione per non farti trovare del tutto impreparato quando succederà. Se, invece, l’analisi SEO ti ha già messo in crisi almeno una volta, hai davanti a te la possibilità di comprenderne, finalmente, le caratteristiche principali. (In ogni caso, se voleste approfondire l’argomento, vi consigliamo la lettura di questo piccolo manuale L’arte della SEO)

SEO è l’acronimo di Search Engine Optimization che possiamo tradurre in italiano con “Ottimizzazione per i motori di ricerca”. Ma ottimizzazione di cosa? E Compiuta da chi? Andiamo con ordine. 

A cosa serve la SEO? Un esempio pratico

Immaginiamoci di essere la famiglia Apetti, produttori di miele biologico Toscano della splendida provincia di Siena. Decidiamo di aprire il nostro sito Internet per farci conoscere, raccontare la semplicità dei nostri prodotti e i punti vendita in cui si possono acquistare. Ipotizziamo di essere riusciti a dar vita ad uno splendido sito internet corredato di foto, video e articoli. 

Ora immaginiamo di essere un utente qualsiasi della città di Parma che dal divano di casa propria si chiede dove potrebbe trovare una produzione di miele biologico italiano. Apriamo Google e cerchiamo “miele biologico italiano”. Scacco Matto, il sito della famiglia Apetti dovrebbe essere lì ad aspettarci tra i primi risultati proposti da Google. E invece no, o almeno non è detto. Dipende se la famiglia Apetti abbia fatto o meno i conti con l’analisi SEO.

Ecco allora che iniziamo a comprendere cos’è la SEO. La SEO è una disciplina fatta di criteri secondo i quali Google decide come e con quale gerarchia indicizzare i contenuti. Sono molti i fattori che portano i motori di ricerca a decidere in che posizione far apparire una pagina web. Dalla frequenza di aggiornamenti, alla lunghezza dei contenuti, dalla quantità di link interni ed esterni alla qualità dei feedback ricevuti.

Ma perché è così importante la posizione in cui i nostri contenuti si collocano nell’indicizzazione Google?

SEO: qualità ma soprattutto accessibilità

È stato studiato che in media un utente prende in considerazione solo la prima pagina dei risultati proposti dal motore di ricerca. All’interno di questa prima pagina, la probabilità che l’utente scelga di aprire un determinato contenuto va scemando scendendo di posizione in posizione. Questo accade per diverse ragioni. Sia perché siamo abituati a ricerche veloci e a valutare con un unico sguardo i contenuti proposti, sia perché (inconsapevolmente) ci affidiamo al nostro motore di ricerca. Google infatti è un brand credibile e, se inserisce nelle prime posizioni determinati risultati, li riteniamo inconsciamente migliori di quelli successivi (anche se non sempre è così). Ecco perché esiste una branca del digital marketing incentrato sull’analisi SEO. Avere il proprio sito in cima alla SERP significa raggiungere un pubblico decisamente più ampio e godere di maggiore credibilità.

Chi conosce un po’ Google, però, sa che nel momento in cui facciamo una ricerca, il motore ci offre due tipi di risultati, quelli organici e quelli a pagamento. I primi sono i risultati a cui ci siamo riferiti fino ad ora, quelli che per essere tra i primi posti devono rispondere ai specifici criteri SEO. I secondi, invece, sono quei risultati che Google indicizza, generalmente, nei primi due posti della SERP poiché quei brand hanno pagato per “avere la precedenza”. Si tratta di quei risultati che Google etichetta come “annunci” e che sono quindi paragonabili ad una campagna pubblicitaria.

Quando parliamo di ottimizzazione SEO quindi, ci riferiamo alla categoria dei risultati organici, l’unico vero terreno di scontro democratico. La bellezza del web è che chiunque può far sentire la propria voce seppur con tutte le difficoltà di emergere dal coro. L’ottimizzazione SEO serve proprio a questo, a produrre contenuti in linea con gli standard qualitativi di Google, in modo che la tua voce non rimanga inascoltata e riesca, addirittura, a prevalere sulle altre. 

Analisi SEO: costanza e monitoraggio

La SEO, però, non è fatta solo di criteri su come produrre un contenuto che piaccia a Google ma anche di un’analisi approfondita dei competitor. Capire come mai altre pagine vengono visualizzate prima della nostra, quali keyword utilizzano per essere indicizzate, che tipo di contenuti producono, sono tutti fattori che possono aiutarci a capire con quali criteri agire. Non si tratta di “copiare” ma, al contrario, di riuscire a ritagliarsi uno spazio non ancora utilizzato dai competitor. Sfruttando l’analisi delle loro strategie possiamo svilupparne una tutta nostra che si basi su un terreno inesplorato. L’analisi SEO dei competitor serve a capire cos’hanno gli altri e cosa possiamo creare per distinguerci da loro.

Tuttavia, per concludere, è doveroso porre l’accento sul fattore COSTANZA. La SEO non è un’ottimizzazione che si fa oggi e dura per sempre. Il lavoro del responsabile SEO è un lavoro continuo. I miglioramenti che si fanno oggi servono per essere migliori domani, e quelli che si faranno domani per essere migliori dopo domani. Uno dei criteri di valutazione che Google applica per giudicare un sito internet è la frequenza di aggiornamento. Insomma, non è sufficiente aver fatto un’ottimizzazione SEO dei contenuti oggi se domani non si sarà costanti nel monitorare e aggiornare il posizionamento.

Noi di EDEMPG ci occupiamo da tempo di analisi SEO, date un’occhiata alla nostra sezione dedicata !

Algoritmo Instagram 2018

Algoritmo_instagram_2018

Siamo alle solite, appena prendiamo un po’ di dimestichezza con strategie social e modalità di pubblicazione, le regole cambiano. Ma in fin dei conti questa è la natura del web: tutto in continuo mutamento. E così, dopo aver parlato di Facebook messenger marketing oggi ci dedichiamo al nuovo algoritmo Instagram 2018. Avete presente quella bella lista di hashtag che fino a ieri con un copia e incolla inserivamo nelle nostre didascalie? Preistoria. E che dire dell’abitudine a pubblicare contenuti un giorno sì e cinque no? Veleno per la nostra corsa alla popolarità. Insomma, con il nuovo algoritmo Instagram 2018 stanno, di nuovo, cambiando le regole. Vediamo, insieme, le principali novità in quanto a social engagement e, è proprio il caso di dirlo, video engagement.

  • Il fattore più importante è la qualità dei contenuti.

Come sostiene Ninja Marketing, “content is king“. L’obiettivo per aumentare follower e visibilità è far finire i nostri post nella sezione “esplora” di Instagram. In questo modo i contenuti non saranno visibili solo ai nostri follower ma ad un pubblico decisamente più ampio che avrà modo, se incuriosito, di conoscerci e seguirci. Per riuscirci, la cosa indispensabile è produrre contenuti di qualità, che comunichino qualcosa di nuovo, personale e in una veste accattivante.

  • Utilizzo degli #hashtag consapevole.

Le parole d’ordine, in questo caso, sono qualità e inerenza. Il consiglio, alla luce del nuovo algoritmo Instagram, è di utilizzare circa dieci hashtag (e mai andare oltre i trenta, pena: shadowban, che approfondiremo successivamente). Inserire troppi hashtag ci farebbe apparire agli occhi del sistema come “spammer” e questo diminuirebbe drasticamente la nostra visibilità. È consigliabile utilizzare hashtag specifici e collegati tra loro (ad esempio #italianfood #italianpasta #spaghetti) poiché quelli virali sono estremamente gettonati e concedono una visibilità molto breve. Un’altra novità in quest’ambito è la possibilità di seguire, oltre che i profili account, anche gli hashtag stessi e di inserirli direttamente nella bio. Questo comporta una possibilità di indicizzazione simile alla SEO, che risponde, più o meno, ai suoi stessi criteri.

  • Like, è tutta questione di cuoricini.

Mai come ora sono importanti la quantità e la qualità dei like che si ricevono ai post. Con questo nuovo algoritmo Instagram, se il nostro contenuto riceve un buon numero di like entro la prima mezz’ora dalla pubblicazione, infatti, il sistema etichetta quel contenuto come “interessante” e di conseguenza lo propone ad un pubblico sempre più ampio. È importante, però, che questi like siano reali e di buona qualità. Un like di alta qualità è un like attribuito da un utente vero e con un buon seguito. Infatti, se un account con queste caratteristiche reputa il nostro contenuto talmente interessante da mettere like, instagram capisce che si tratta di un post meritevole e deciderà di incrementarne la visibilità. Solo così aumentano le possibilità di finire nella categoria “esplora” e con loro la probabilità di raggiungere un pubblico sempre più ampio.

  • Video, foto multiple o foto singole?

Stando a quanto dicono molti, sembra che il nuovo algoritmo preferisca i contenuti video a quelli fatti di foto. Se, infatti, andiamo ad esaminare la sezione “esplora”, ci accorgeremo che il numero di video tra i contenuti visualizzati è in aumento. Per quanto riguarda i post fatti di foto, invece, l’algoritmo preferisce quelli in cui le immagini sono più di una. Un vero e proprio cambio di rotta rispetto alla cara vecchia foto singola a cui Instagram ci aveva abituati.

  • I contenuti nella home, un ritorno al passato.

La scelta di dare priorità nella home ai contenuti che hanno riscosso un alto numero di interazioni, a discapito della visualizzazione in ordine cronologico, è stata molto chiacchierata. Tanti si sono lamentati del fatto che spesso vedevano nella home sempre gli stessi post, pubblicati dagli stessi profili, perdendo di vista i contenuti di altri utenti (come gli amici) che reputavano interessanti. In questo caso Instagram ha deciso di fare un passo indietro e ridare spazio alla visualizzazione cronologica dei post. Si vocifera, infatti, che verrà creata un’altra sezione “nuovi post” in cui questi saranno disposti in ordine di pubblicazione.

  • Costanza nella pubblicazione e velocità di risposta, il tempo è tiranno.

Questi due fattori sono di vitale importanza per essere percepiti dal sistema come account attivi e di qualità. In primis è importante pubblicare almeno un post al giorno (curato, interessante e in linea con la logica stilistica dell’intera galleria). In più, un altro fattore che ha acquisito importanza nel nuovo algoritmo Instagram 2018, è la velocità di risposta a commenti e messaggi. Ignorare un direct significa essere utenti poco attivi; l’ideale è rispondere sempre, a tutti e nell’arco di mezz’ora.
Per quanto riguarda i post, una novità interessante è quella della didascalia e del suo contenuto. Stando alle novità trapelate, sembra sia sconsigliabile modificarla nella prima mezz’ora dalla pubblicazione. Il rischio, infatti, è che il sistema ci percepisca come utenti poco attendibili e penalizzi i nostri post.

  • Storytelling, Instagram stories e stories in evidenza.

Proprio perché al centro del nuovo algoritmo c’è la qualità dei contenuti, mai come ora è importante evitare post banali. Perciò sì allo storytelling che racconti, affascini, e renda il post interessante. Sì alle stories che avvicinano la nostra quotidianità a quella dei nostri followers. E, infine, sì alle stories in evidenza che incuriosiscono sempre di più soprattutto alla prima visita del profilo. Questo tipo di contenuti, infatti, sono come un filo conduttore che aiuta il visitatore a farsi un’idea su chi siamo e cosa facciamo quotidianamente.
Teniamo sempre a mente, poi, che l’obiettivo dei nostri post è quello di creare engagement. Sproniamo i nostri followers ad entrare in contatto con noi attraverso sondaggi, contest, domande e live.

  • Lo Shadowban, la black list di Instagram.

Con la parola “shadowban” si indica uno status di “penalizzazione” a cui Instagram sottopone il nostro account nel caso in cui sospetti che siamo degli spammer. Essere in shadowban significa che Instagram ci sta penalizzando il profilo, rendendo i nostri post “invisibili” agli utenti che non ci seguono. Non si tratta quindi di una penalizzazione dell’account in generale, ma di una riduzione della visibilità dei nostri post per un periodo di tempo variabile e limitato.
Consigli per non cadere in Shadowban:
– evitare l’utilizzo di hashtag bannati poiché comprometterebbero la nostra visibilità.
– non utilizzare hashtag identici per tutti i post della nostra galleria.
–  evitare le pratiche che possano violare i Termini di Utilizzo.
– mai più di 30 hashtag su un singolo post.
– evitare di pubblicare contenuti a rischio che potrebbero comportare una segnalazione.

Sopravvivere nella giungla di Instagram non è semplice, è una sfida!
Restare al passo con le tendenze è un buon inizio ma saperle cavalcare è il segreto per vincere.