Bene! Siamo contenti! Però attenzione alla lettura delle etichette e del loro contenuto: infatti, come riportato dal sito cadoinpiendi.it, Il Fatto Alimentare sottolinea: “si nota la scarsa presenza degli ingredienti più pregiati come la camomilla – 0,2% di estratto – e i succhi di frutta – 0,1% di succo concentrato – per quanto riguarda i Baby drinks (il succo al gusto mandarancio non contiene succo vero, ma aromi e una minima percentuale di succo di arancia).”
Il consumatore vuole prodotti nuovi e il segmento bimbo è interessante però occhio…
Ottimizzazione sui motori di ricerca: Google e le leggi del Seo mobile
Durante la SMX di Seattle Pierre Far, Google Webmaster Trends Analyst, aveva annunciato a gran voce le linee guida che BigG consiglia a tutti i siti mobile che vogliono investire nell’ottimizzazione sui motori di ricerca.
Ecco l’articolo completo pubblicato da The Biz Loft.
Meglio una “spesa leggera”, o una etichetta trasparente?
I nostri Clienti investono ingenti cifre per garantire il consumatore con etichette esaustive e trasparenti che aiutano il consumatore a capire cosa sta comprando e se la sua alimentazione è tutelata. Leggere le etichette è un diritto per il consumatore e non più un dovere. Dall’altra parte nascono fenomeni di vendita “alla spina” o di prodotti “sfusi” dove però sembra perdersi il diritto del consumatore ad essere tutelato in termini di informazione su cosa sta acquistando. Partiamo dal presupposto che, ad esempio, il franchising “Negozio Leggero” tuteli i diritti del consumatore e anzi, faccia anche di più, tuteli l’ambiente con un enorme abbattimento dei costi per imballi, etichette e trasporti: infatti la consegna, almeno a Torino, è fatta in bicicletta! Repubblica dedica un interessante articolo che alleghiamo. Vorremmo però l’opinione di chi legge…

